Il DNA di ogni individuo è unico: pur appartenendo alla stessa specie, condividendo dunque lo stesso “genoma”, esistono alcuni “punti” (loci) del genoma, all’interno di geni e non solo, che possono presentarsi in decine o centinaia di varianti diverse, chiamate alleli, di ciascuno dei quali si conosce la frequenza nella popolazione di riferimento. Proprio perchè questi punti del nostro DNA possono apparire in numerose forme, essi vengono chiamati “polimorfismi”.
Il test di paternità consiste nell’analizzare un certo numero (ca 16) di loci altamente polimorfici tipicamente in due soggetti (figlio/a e presunto padre): l’esclusione di paternità è pressocchè immediata, basta trovare pochi alleli nel figlio/a non presenti nel presunto padre; per attribuire una paternità, invece, è necessario che padre e figlio condividano un allele di ogni locus, superando la probabilità del 99.72% che tale accadimento non sia frutto del caso.

Il test di paternità per uso informativo può essere eseguito su tanti tipi diversi di campioni biologici, anche anonimi, mentre quello ad uso legale prevede l’accertamento delle identità dei soggetti testati, il consenso per i minori, la tracciabilità dei campioni, e una relazione finale del genetista.
Presso il mio studio è possibile eseguire nella massima riservatezza anche il test di paternità prenatale in gravidanza a partire dalla nona settimana di gravidanza, sia su prelievi invasivi (villo o amniocentesi) sia su prelievi non invasivi (DNA fetale circolante nel sangue materno).